Le autorità danesi hanno presentato venerdì 25 agosto una proposta di legge per vietare “roghi e altre profanazioni compiute in luoghi pubblici” dei libri sacri, inserendo tale divieto nella normativa che attualmente vieta la profanazione di bandiere estere (l’articolo 11 nel capitolo 12 del codice penale danese che prevede una multa o fino a due anni di reclusione). Lo stop ai roghi dei testi sacri da parte delle autorità danesi contribuisce a garantire sia la sicurezza interna da possibili minacce, sia a limitare gli individui che utilizzano questo effetto distorto per alimentare l’odio e provocare reazioni violente.
La proposta di legge presentata dal governo danese rappresenta un passo importante per proteggere la libertà religiosa e il rispetto delle credenze religiose, nonché per prevenire la violenza e la discriminazione contro le minoranze religiose. Essa mira infatti a “prevenire la radicalizzazione e contrastare l’incitamento all’odio e al terrorismo”. Inoltre, questa legge invia un messaggio forte e chiaro che la Danimarca non tollererà l’incitamento all’odio e alla violenza su base religiosa.
La profanazione degli oggetti sacri è un atto di estrema insensibilità e mancanza di rispetto verso le credenze religiose degli altri. Ciò può portare a reazioni violente e contrasti sociali, specialmente in una società multiculturale come quella danese. La proposta di legge mira a prevenire tali situazioni, promuovendo la pacifica convivenza e il rispetto reciproco tra le diverse comunità religiose.
La legge è stata proposta una prima volta in seguito all’incidente avvenuto a Nørrebro, un quartiere di Copenaghen, dove un uomo ha bruciato una copia del Corano durante una manifestazione contro l’Islam nel 2019. Negli ultimi mesi diverse copie del Corano sono state bruciate da attivisti di estrema destra davanti ad alcune moschee in Danimarca, causando forti proteste della comunità islamica non solo nel paese ma anche a livello internazionale. In risposta, i governi di Iraq, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Giordania e Turchia hanno espresso la loro preoccupazione e condannato tali azioni. La questione si è quindi riproposta con maggiore urgenza.
Il ministro della Giustizia danese, Peter Hummulgaard, ha dichiarato che la proposta di legge è stata presentata per proteggere la libertà religiosa e garantire che tutti i cittadini danesi possano esercitare il proprio diritto di pregare e di praticare la propria religione senza paura di rappresaglie o discriminazioni.
La proposta di legge è stata accolta positivamente dalle organizzazioni religiose danesi, tra cui la Chiesa di Danimarca e l’Associazione Islamica Danese. Tuttavia, alcuni critici sostengono che la legge limiti la libertà di espressione e che sia in contrasto con i principi della democrazia.
In ogni caso, la proposta di legge rappresenta un passo importante per promuovere la tolleranza e il rispetto reciproco tra le diverse comunità religiose in Danimarca, nonché per prevenire la violenza e la discriminazione su base religiosa.
Redazione