Il Gran Mufti, Dr. Shawky Ibrahim Allam, della Dar al-Ifta d’Egitto afferma che tutti gli utilizzi delle criptovalute, inclusi il trading, l’acquisto, la vendita e l’affitto, sono religiosamente vietati (ḥarām) a causa dei loro effetti negativi sull’economia, della distorsione dell’equilibrio di mercato, della mancanza di protezioni legali e soprattutto per l’assenza di una supervisione finanziaria.
La fatwa emessa dalla Dar al-Ifta al-Misriyyah afferma che il commercio di Bitcoin è proibito dalla legge islamica a causa dei suoi effetti negativi sull’economia e della mancanza di regolamentazione e tutele.
Il Gran Mufti ha espresso la sua opinione secondo cui le criptovalute violano i diritti delle autorità monetarie, privandole delle loro prerogative speciali in questo campo, e possono causare danni derivanti dall’incertezza, dall’ignoranza e dalla frode nei processi bancari, negli standard e nei valori innovativi. Per lui, questa conclusione trova supporto nella dichiarazione generale del Profeta Mohamed ﷺ che “Colui che ci inganna non è dei nostri“.
Considerando l’elevato rischio che le criptovalute rappresentano per gli individui e per i governi, il Gran Mufti ha concluso in conformità con il canone legale islamico del “nessun danno” o “lā ḍarar wa-lā ḍirār“. Questo principio sottolinea l’importanza di evitare qualsiasi azione che possa causare danni o pregiudicare gli interessi degli individui e della società nel loro insieme.
Dopo una ricerca e uno studio approfonditi, e dopo aver consultato esperti di economia e parti interessate riguardo alle valute digitali, in particolare Bitcoin, la Dar al-Ifta al-Misriyyah afferma che il commercio di tali valute attraverso la compravendita, l’affitto e altre attività simili è proibito dalla legge islamica.
La ragione principale dietro questa proibizione è l’impatto negativo che il commercio di Bitcoin può avere sull’economia. Inoltre, la natura decentralizzata e non regolamentata dei Bitcoin può portare a distorsioni del mercato e alla perdita di garanzie legali. La volatilità e l’incertezza delle criptovalute le rendono anche vulnerabili alle attività fraudolente e alle frodi.
La fatwa afferma inoltre che il commercio di valute virtuali richiede una profonda comprensione del loro funzionamento tecnico e delle implicazioni economiche. La creazione di Bitcoin attraverso un processo noto come “mining” utilizza potenti computer per risolvere complessi problemi matematici. Il commercio di Bitcoin avviene attraverso la trasmissione di messaggi crittografati senza la necessità di intermediari o regolamentazione governativa.
Redazione