L’Islamkolleg Deutschland rappresenta un’importante iniziativa per formare imam in Germania anziché dipendere da figure inviate dalla Turchia. Questo passo mira a integrare l’Islam nella società tedesca, affrontando le sfide legate all’influenza politica estera e favorendo l’integrazione interculturale.
L’immagine di Ender Cetin, uno dei primi laureati della neonata scuola per imam in Germania, racchiude la speranza di un Islam tedesco finalmente pronto a mettere radici. La sua fiducia nasce dalla convinzione che la formazione di leader religiosi in loco, anziché fare affidamento su figure inviate dalla Turchia, rappresenti un “momento di svolta“. Un’occasione per plasmare un Islam più integrato nella società tedesca, capace di parlare la lingua e comprendere la cultura del paese che lo ospita.
Tuttavia, la strada verso un Islam tedesco autonomo si presenta irta di ostacoli e controversie. Per decenni, la Germania ha beneficiato di un accordo con la Turchia, che inviava imam a predicare nelle moschee tedesche, soddisfacendo il bisogno di guide spirituali per una comunità musulmana in crescita. Ma con l’ascesa al potere di Recep Tayyip Erdoğan e la deriva autoritaria del suo governo, questo accordo ha iniziato a scricchiolare.
Le preoccupazioni si sono concentrate sull’influenza politica esercitata da Ankara sulle comunità musulmane in Germania. Alcuni imam, inviati direttamente dal governo turco, sono stati accusati di promuovere un’agenda filo-Erdoğan, trasformando le moschee in roccaforti ideologiche e seminando divisione tra i fedeli. Le accuse vanno dalla predicazione di un Islam politicizzato al sostegno, nemmeno troppo velato, alle operazioni militari turche, fino alla sorveglianza di dissidenti e oppositori di Erdoğan rifugiatisi in Germania.
Di fronte a questa situazione, il governo tedesco ha deciso di intervenire, promuovendo la formazione di imam in loco. L’obiettivo è duplice: da un lato, arginare l’influenza politica straniera sulle comunità musulmane, in linea con le decisioni del governo francese; dall’altro, favorire l’integrazione e il dialogo interculturale, formando guide religiose che comprendano la lingua, la cultura e i valori della società tedesca.
L’Islamkolleg Deutschland, inaugurato nel 2019 presso l’Università di Osnabrück, rappresenta il primo passo concreto in questa direzione. L’istituto, sostenuto dal Ministero dell’Interno tedesco ma indipendente da influenze politiche e religiose, si propone di formare imam in grado di conciliare la fede islamica con i principi democratici e la realtà multiculturale della Germania.
Tuttavia, l’iniziativa non ha mancato di suscitare perplessità e resistenze. Alcuni esperti, come Ahmet Erdi Öztürk della London Metropolitan University, mettono in dubbio l’efficacia del progetto, sottolineando come molti musulmani turchi in Germania, soprattutto quelli di prima generazione, continuino a preferire imam provenienti dalla loro terra d’origine, con i quali condividono lingua, cultura e un forte legame identitario.
Anche all’interno della comunità musulmana tedesca le opinioni sono tutt’altro che unanimi. Se da un lato figure come Ender Cetin, il giovane imam formatosi in Germania, vedono nella formazione locale un’occasione storica per costruire un Islam tedesco autentico e integrato, dall’altro lato non mancano le voci critiche.
Saftar Çinar, portavoce della Confederazione turca di Berlino-Brandeburgo, pur riconoscendo l’esistenza di casi isolati di imam troppo politicizzati, difende il ruolo svolto dalla Turchia nel sostenere la vita religiosa dei musulmani tedeschi. Le sue parole riflettono il timore che la formazione in Germania possa snaturare l’identità religiosa e culturale di una comunità abituata a guardare alla Turchia come punto di riferimento spirituale.
La questione della formazione degli imam in Germania si inserisce in un dibattito più ampio sull’integrazione dell’Islam in Europa. Se da un lato si avverte l’esigenza di contrastare l’estremismo religioso e l’influenza di attori stranieri, dall’altro lato è fondamentale garantire la libertà religiosa e il diritto delle comunità musulmane di preservare la propria identità culturale.
La sfida per la Germania è quella di trovare un equilibrio tra queste esigenze contrapposte, creando un modello di Islam europeo in grado di conciliare la fedeltà ai propri principi religiosi con l’adesione ai valori democratici e la piena partecipazione alla vita sociale e culturale del paese ospitante. Un percorso lungo e complesso, il cui successo dipenderà dalla capacità di costruire un dialogo aperto e costruttivo tra istituzioni, comunità religiose e singoli individui.
Abdellah M. Cozzolino