L’articolo esplora il dibattito sull’istruzione nelle madaris in Asia Meridionale, mettendo in luce i pregiudizi storici e le sfide delle riforme. Si affrontano le controversie sul conteggio delle istituzioni e dei studenti, insieme alle proposte per migliorare l’istruzione, offrendo sbocchi occupazionali e introducendo corsi online e esami in remoto. Si evidenzia la necessità di valorizzare la tradizione educativa delle madrase, proponendo soluzioni per promuovere un cambiamento positivo.
Il dibattito sull’uniformità dei programmi scolastici in Asia Meridionale mira ad eliminare le disparità educative nella regione, ma ha acceso i riflettori anche sull’istruzione nelle madaris. Tuttavia, la discussione sul sistema educativo di queste scuole coraniche è viziata da preconcetti di lunga data, dovuti principalmente a scarsa conoscenza ed a lacune comunicative.
Pakistan, India, Bangladesh e Afghanistan ospitano le più grandi istituzioni di istruzione madaris. Alcuni critici sostengono che i loro programmi siano concepiti per favorire l’estremismo. Contestano in particolare la letteratura islamica introdotta nei libri di testo. Questi detrattori, che ritengono tali contenuti causa di radicalizzazione, attingono perlopiù informazioni non verificate sulle madaris.
Si consideri la tesi secondo cui le riforme per migliorare l’istruzione di queste scuole in Pakistan e Asia Meridionale non hanno dato buoni risultati. Ciò è in gran parte ascrivibile non tanto alle finalità delle riforme, quanto alle carenze nella governance e nella gestione che ne hanno impedito la concretizzazione.
Inoltre, le statistiche sul numero delle madaris nel Paese sono controverse. Questa confusione deriva soprattutto dal dubbio se includere o meno nel conteggio le moschee locali insieme alle strutture più grandi e consolidate.
I dati ufficiali del 2017 indicavano 32.272 madaris in Pakistan. I cinque consigli che le amministrano ne censivano invece 30.286. Analogamente, secondo le statistiche governative gli studenti iscritti erano 2.257.253, mentre per i consigli 2.545.341. Tali discordanze e mancanza di consenso contribuiscono ad alimentare incertezza.
In Pakistan, i cinque principali consigli registrano le scuole religiose in base al credo e alla scuola di riferimento. Suddividendoli per gruppi, l’86% delle madaris è iscritto presso il Wafaqul Madaris Al-Arabia Pakistan, consiglio deobandita. Il Tanzeem Ul Madaris Ahle-Sunnat Pakistan (Barelvi) ne conta il 7%, il Rabita Ul Madaris Al-Islamia Pakistan (Giamaat-e-islami) il 3,4%, il Wafaqul Madaris Al-Salafia Pakistan (ahle-hadith) il 2,1% e il Wafaqul Madaris Al-Shia Pakistan (sciita) solo lo 0,7%. In questo modo, l’istituzione governativa dei consigli sembra ignorare il rischio di acuire le tensioni.
Molti criticano i programmi di studio delle madaris, ritenendoli veicolo di ideologie estremiste. Tuttavia, la maggioranza non conosce la diversità dei curricula.
Ad esempio, gli studenti delle madrase utilizzano il dizionario arabo di un orientalista cristiano, Loes Moluf. Inoltre, nella letteratura classica araba, viene insegnata la poesia di Al-Mutanabbi, che venne ritenuto blasfemo. Gli studenti studiano anche con attenzione le opere di Omra-ul-Qais, che era un ateo. Dopo il 1857, la maggior parte dei libri del curriculum delle madrase furono pubblicati da Munshi Nawal Kishore, un editore indu dall’India.
In effetti, a fini di ricerca, ho studiato attentamente il curriculum di Dar-ul-Uloom Haqqania, un seminario religioso con sede a Nowshera noto per essere il vivaio delle ideologie jihadiste, e ho scoperto alcuni fatti scioccanti sul curriculum. Il programma di studi di ‘Filosofia’ e ‘Logica’ insegnato in quella scuola contiene almeno sette libri, per lo più scritti da studiosi sciiti.
Il curriculum moderno delle madrase fu ideato da Mulla Nizamuddin Sihalvi nel 1748. Gli studenti di tutte le fedi solitamente studiavano nella sua madrasa. I curriculum attuali delle madrase Deobandi e Barelvi presentano un’alta similarità, di circa il 95%, a causa della loro origine comune. Allo stesso modo, i programmi delle madrase delle fedi sciita e sunnita mostrano una similarità di circa il 45%. È un peccato che oggi gli studenti sunniti non possano essere ammessi nelle madrase sciite, mentre gli studenti sciiti non possano entrare nelle madrase sunnite.
In base a queste osservazioni, è evidente che il miglioramento dello stato attuale dell’istruzione nelle madaris dipende principalmente da riforme serie e oculate. Ogni wifaq (consiglio delle madaris) dispone di un comitato per la riforma dei curricula, ma necessita del sostegno del governo per potenziare le proprie capacità. Purtroppo, ogni governo non riesce a interagire in modo incisivo con i wifaq, lasciando ai governi successivi l’unica opzione di ricominciare il processo da capo.
Tuttavia, molto si potrebbe fare:
1 – Offrire opportunità di lavoro ai laureati delle madrase e riconoscere le loro qualifiche rappresenterebbe un passo positivo verso un cambiamento significativo. Il titolo di studio conseguito presso le madrase non è accettato dal sistema educativo governativo principale in alcune aree. Di conseguenza, gli studenti delle madrase non riescono ad ottenere impieghi nel settore pubblico;
2 – progettare corsi online per gli studenti delle madaris e istituire esami online per fornire uno spazio di istruzione contemporanea.
3 – Trasformare i seminari maggiori in università o college post-laurea, sulla scia di alcune madrase che hanno attivato percorsi di istruzione superiore e secondaria affiliati ad atenei provinciali;
4 – Fornire agli studenti una formazione tecnica e professionale, istituendo appositi istituti e centri specializzati;
5 – Valorizzare e promuovere in senso positivo la tradizione educativa delle madrase, propria del subcontinente indiano.
Muhammad Israr Madani*
* Presidente dell’International Research Council for Religious Affairs, un think tank pakistano che si dedica allo studio delle ideologie e dei movimenti religiosi-politici dell’Asia meridionale.
Traduzione in italiano a cura della Redazione EuroIslam