In Germania, una piccola organizzazione islamica chiamata Muslim Interaktiv sta attirando molta attenzione e generando dibattito. Fondata con l’obiettivo di farsi notare e discutere, Muslim Interaktiv ha saputo sfruttare efficacemente la comunicazione per raggiungere i suoi scopi. A fine aprile, ad Amburgo, circa un migliaio di persone sono scese in piazza invocando un califfato islamico, simile a quello ottomano scomparso 100 anni fa. Questa mobilitazione ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, seguita da giorni di polemiche.
Le autorità tedesche hanno risposto imponendo una serie di restrizioni: vietato invocare il califfato e vietata la segregazione tra uomini e donne durante le manifestazioni. Tuttavia, questi divieti non hanno fermato il gruppo islamico, che nel fine settimana successivo è tornato a manifestare, denunciando le censure imposte. La campagna di Muslim Interaktiv si è estesa anche ai social media, dove il gruppo diffonde il suo messaggio attraverso video ben curati.
Muslim Interaktiv adotta una strategia di comunicazione ibrida, con una forte presenza su piattaforme come TikTok, dove pubblica brevi video rivolti principalmente ai giovani con un passato migratorio. Secondo Andreas Jacobs, esperto di Islam e responsabile della coesione sociale della Fondazione Konrad Adenauer, la capacità del gruppo di portare la gente in piazza con manifestazioni altamente strutturate e coreografate è ciò che lo rende unico. Questo fenomeno ha generato molta attenzione su un gruppo relativamente piccolo e marginale.
Il volto più noto del gruppo, Joe Adade Boateng, uno studente universitario di 25 anni, guida una campagna con parole d’ordine chiare contro l’assimilazione, il razzismo e i divieti, promuovendo un Islam politico. Secondo Jacobs, questa narrazione è pericolosa perché amplifica esperienze di discriminazione e le utilizza per sostenere la loro causa. Il gruppo parla di dittatura dei valori e dei media, promuovendo uno stile di vita musulmano che, secondo Jacobs, rappresenta una forma di segregazione pericolosa per la coesione sociale. Questo movimento ricorda, nei metodi e nell’aspetto, i movimenti identitari della destra nazionalista.
Il gruppo parlamentare dell’Alternative für Deutschland (AfD) ha recentemente richiesto che l’intera organizzazione Muslim Interaktiv venga vietata. Anche la ministra dell’Interno dell’SPD, Nancy Faeser, ha definito inaccettabili le richieste del gruppo. Nonostante ciò, Muslim Interaktiv continua a rimanere al centro dell’attenzione, sostenendo di non dover assimilare i valori della Germania, ma solo rispettarne le leggi.
Redazione