Il concetto di Takfir, l’atto di dichiarare un altro musulmano come miscredente (kafir), rappresenta una questione di estrema delicatezza e rilevanza all’interno del complesso mosaico dell’Islam. Lungi dall’essere un semplice dibattito teologico, il Takfir si interseca profondamente con l’etica, la giurisprudenza islamica e, tragicamente, con la violenza perpetrata in nome della religione. Per comprendere appieno la portata di questo fenomeno, è necessario addentrarsi nei principi fondanti della Sharia, negli insegnamenti illuminanti del Profeta Muhammad ﷺ e, infine, analizzare come tale concetto sia stato distorto e strumentalizzato da gruppi estremisti per giustificare le proprie azioni efferate.
Al cuore della Sharia, il codice di leggi islamico, risiede il principio cardine della liberazione dell’essere umano da ogni forma di sottomissione che non sia rivolta unicamente ad Allah, l’Altissimo. Tale principio sancisce l’inviolabilità della coscienza individuale: la fede e la miscredenza, in questa prospettiva, si configurano come un dialogo intimo e privato tra l’uomo e il suo Creatore. Nessuno, al di fuori di Allah, ha l’autorità di ergersi a giudice della sincerità della fede altrui. Questa visione, profondamente radicata nella tradizione islamica, trova la sua più alta espressione negli insegnamenti del Profeta Muhammad ﷺ.
Il Profeta Muhammad ﷺ, modello di misericordia e compassione, ha sempre esortato i suoi seguaci a giudicare gli altri in base alle loro azioni e alle loro parole, evitando di scrutare i cuori, dominio esclusivo di Allah. Un celebre hadith, riportato da Bukhari, cristallizza questo concetto: “Quando un uomo chiama il proprio fratello ‘miscredente’, uno dei due è colpevole: o l’accusa è vera, oppure ricade su di lui.” (Bukhari, 5-2264). Queste parole risuonano come un monito severo contro la leggerezza con cui si lancia l’accusa di miscredenza, sottolineando la gravità di un tale giudizio.
Eppure, il concetto di Takfir è stato tragicamente distorto e manipolato da organizzazioni terroristiche, che lo brandiscono come un’arma per legittimare le proprie azioni violente. Questi gruppi, nel tentativo di imporre la propria visione settaria e deviata dell’Islam, non esitano a dichiarare come miscredenti (takfir) la stragrande maggioranza dei musulmani che non si conformano alla loro interpretazione estremista. Sulla base di questa pericolosa distorsione, si auto-proclamano unici detentori della verità, legittimando omicidi, attentati e ogni sorta di atrocità. Tali azioni, lungi dall’avere qualsiasi giustificazione religiosa, rappresentano una palese violazione dei principi fondamentali dell’Islam.
Il Profeta Muhammad ﷺ, messaggero di pace e fratellanza, ha condannato fermamente ogni forma di violenza ingiustificata, mettendo in guardia i suoi seguaci dall’accusare falsamente un altro musulmano di miscredenza, dal compiere violenza, dall’usurpare i suoi beni o dall’infangare il suo onore. “Un musulmano è fratello di un altro musulmano“, ricordava il Profeta ﷺ, “Non lo opprime né lo abbandona. Chiunque soccorra il bisogno del proprio fratello, Allah soccorrerà il suo bisogno; chiunque rimuova una delle difficoltà di un musulmano, Allah rimuoverà una delle sue difficoltà nel Giorno del Giudizio; e chiunque protegga un musulmano, Allah proteggerà lui nel Giorno del Giudizio” (Muslim, 2580).
La vera essenza della fede, come definita dal Profeta Muhammad ﷺ in un celebre hadith in risposta all’Arcangelo Gabriele (pace su di lui), risiede nella sincera accettazione e testimonianza dei pilastri fondamentali dell’Islam: la fede in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri, nel Giorno del Giudizio e nel decreto divino, sia esso positivo o negativo. “La fede“, spiegava il Profeta ﷺ, “è testimoniare la propria credenza in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri, nei Suoi Messaggeri, nell’Ultimo Giorno, e di credere nel decreto divino, sia esso buono o cattivo” (Bukhari).
Il concetto di Takfir, pur essendo presente nel dibattito teologico islamico, è stato strumentalizzato da gruppi estremisti per giustificare la violenza e il terrorismo. Tuttavia, la Sharia, fonte primaria della legge islamica, e gli insegnamenti del Profeta Muhammad ﷺ, guida e modello per ogni musulmano, affermano con chiarezza che la fede è un patto personale tra l’individuo e Allah. Nessuno ha l’autorità di arrogare a sé il diritto di giudicare la fede altrui. Solo Allah, conoscitore dei cuori, può farlo. L’uso del Takfir per giustificare la violenza rappresenta una grave deviazione dagli insegnamenti di pace, compassione e fratellanza che sono il cuore pulsante dell’Islam.
Redazione